Mostra “Arteterapia e giuoco: la creatività che cura”

Dal 12 al 21 aprile 2024 Villa Venier ospita “Arteterapia e giuoco: la creatività che cura”, mostra e esperimento d’arte sociale.

La mostra espone opere d’arte di Matia Chincarini insieme ai lavori dei partecipanti al corso di Arteterapia dell’Università del Tempo Libero di Sommacampagna e quelli degli adolescenti con disturbo dello spettro autistico dell’Associazione Due Chiacchiere Un Sorriso ODV.

 

Conduttore dei corsi e curatore della mostra stessa è Matia Chincarini, artista visivo, formatore esperienziale, educatore, arteterapeuta e costruttore di giochi. Il suo è un percorso artistico che lo ha portato ad attingere al gioco per entrare nel calore del cuore considerando l’unicità di ognuno, e che sviluppa come strumento di crescita individuale e collettiva in una visione che considera ogni parte dell’essere umano.

 

I suoi progetti di arteterapia e gioco, sia individuali che di gruppo. sono pensati per favorire il benessere e l’evoluzione dell’individuo. Una modalità di fare arte non autoreferenziale, ma diretta agli altri, in un percorso di cura che suggerisca un processo evolutivo in cui il gioco e la creatività sono parte di un metodo didattico dedicato alla cura delle persone, al riconoscimento delle emozioni e allo sviluppo dei processi di comunicazione e della relazione.

 

Il risultato del lavoro svolto nei mesi di corso sarà visibile nelle sale della villa patrizia, insieme a quelli che i ragazzi di duekiakkiereunsorriso completano nel corso delle sessioni individuali e di gruppo con l’artista.

 

Nella cappella sconsacrata di Villa Venier, inoltre, saranno visibili alcuni lavori eseguiti dall’artista. Il tema del gioco e dell’esperienza, il cui emblema sono le mani, sono sviluppati attraverso una tecnica pittorica che utilizza stampa, ricamo e foglia d’argento su stoffe preziose.

 

“Il mio essere artista è maturato da quando sono passato dal dedicarmi ad un sistema dell’arte prevalentemente guidato da un’energia maschile, in cui l’ego si preoccupa del guadagno e dell’autoaffermazione, ad una modalità femminile che accoglie gli altri per nutrire loro, e me stesso di conseguenza. Mi riferisco alla creatività e al giuoco come terapia e come modalità di permettere al mondo di avere una luce, una direzione che suggerisca una evoluzione”

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